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Malattia renale cronica: ruolo della dieta

Cos’è la Malattia Renale Cronica?

La malattia renale cronica (MRC) viene definita come un’alterazione della funzione o della struttura renale che persiste per più di tre mesi. L’alterata funzionalità renale può essere identificata da una riduzione della velocità di filtrazione glomerulare (VFG) o dalla presenza di segni di danno renale:

  • proteinuria
  • alterazioni del sedimento urinario
  • alterazioni morfologiche dei reni
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La malattia renale cronica viene classificata in cinque stadi di gravità crescente in base al GFR (Gromerular Filtration Rate).

Stadi Insufficienza Renale Cronica-Doctorline
TABELLA 1: Stadi dell’insufficienza Renale Cronica – Fonte Doctorline di Medical Evidence

MRC: rischio di mortalità e terapie

In Italia lo studio CARHES (Cardiovascular risk in Renalpatients of the Health Examination Survey) ha evidenziato una prevalenza di MRC del 7,5% negli uomini e 6,5% nelle donne.

Il danno renale può evolvere verso le fasi terminali (End Stage Renal Disease, ESRD) o, più frequentemente, portare al decesso del paziente per morte cardiovascolare. Ai fattori di rischio cardiovascolari classici (diabete mellito, ipertensione arteriosa, fumo, dislipidemia), se ne aggiungono infatti altri specifici di questa malattia:

  • l’aumentato stress ossidativo,
  • l’infiammazione cronica
  • e la ritenzione di tossine uremiche.

I pazienti affetti da MRC 4°-5° stadio hanno quindi un rischio di mortalità cardiovascolare da 2 a 4 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Quelli affetti da ESRD arrivano ad avere un rischio aumentato di 20 volte

La MRC giunta allo stadio terminale rende necessario l’inizio di terapia sostitutiva, che può essere rappresentata dall’emodialisi, dalla dialisi peritoneale o dal trapianto renale.

Questi trattamenti, oltre ad avere un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti, rappresentano terapie molto onerose per il Sistema Sanitario Nazionale (SSN).

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Pertanto le strategie volte a ridurre l’incidenza e la progressione del danno renale appaiono particolarmente importanti.

Tra queste strategie si colloca la terapia dietetica nutrizionale (TDN), che ha potenzialmente sia un valore preventivo sullo sviluppo della nefropatia, sia nel ridurre il danno renale e l’incidenza di comorbidità nei pazienti già affetti da nefropatia.

Fattori dietetici correlati all’insorgenza della malattia renale cronica

Uno studio del 2011 effettuato sulla popolazione del Nurses Health Study evidenziava tre fattori dietetici che maggiormente correlavano con il declino della funzione renale:

  • l’assunzione di grassi animali,
  • di proteine animali
  • e di colesterolo.

In particolare il consumo di due o più porzioni di carne rossa si associava a maggior rischio di sviluppare albuminuria.

Tre fattori dietetici che correlano con il declino della funzione renale: l’assunzione di grassi animali, di proteine animali e di colesterolo. #ECM #FAD #MediciMedicinaGenerale Condividi il Tweet

Il consumo di carne rossa come importante fattore di rischio per lo sviluppo di nefropatia, è stato confermato anche in un altro studio. La sostituzione della carne rossa con altre fonti proteiche comporta una riduzione del rischio.

MRC: pattern dietetici per la gestione della condizione

Più in generale, in riferimento ai diversi pattern dietetici, l’adesione alla dieta mediterranea, studiata su una popolazione greca composta da più di 3000 persone, ha mostrato di essere protettiva verso lo sviluppo di insufficienza renale cronica.

Allo stesso modo anche un’elevata adesione alla dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) a basso contenuto di sale e caratterizzata dall’elevato consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, discreto utilizzo di latticini e carni magre, consentiva di ridurre l’incidenza dell’insufficienza renale in soggetti a rischio.

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#DietaDASH: basso contenuto di sale ed elevato consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi, carni magre, riduce incidenza dell’ #InsufficienzaRenale. #ECM #FAD #MediciMedicinaGenerale Condividi il Tweet

Un recente studio osservazionale ha inoltre riscontrato che anche coloro che seguono diete vegetariane e vegane risultano protetti verso lo sviluppo di malattia renale cronica. Questo probabilmente grazie al fatto che tali diete riducono il rischio di diabete mellito, ipertensione e sindrome metabolica che rappresentano le principali cause di nefropatia.

Al contrario la dieta occidentale, caratterizzata dal consumo di cibi raffinati, ricca di sale, zuccheri semplici, grassi (soprattutto saturi) e proteine derivanti dalla carne rossa appare il maggior fattore di rischio per lo sviluppo di nefropatia, come dettagliatamente spiegato da Odermatt nel suo articolo.

La terapia dietetica nutrizionale

L’insufficienza renale cronica comporta una ridotta escrezione di prodotti azotati e di tossine uremiche (urea, creatinina, fosforo), una ridotta eliminazione di valenze acide (con rischio di sviluppare acidosi metabolica), e una ritenzione di sodio e potassio.

L’#IRC comporta: ridotta escrezione di prodotti azotati e di tossine uremiche; ridotta eliminazione di valenze acide; ritenzione di sodio e potassio. #ECM #FAD #MediciMedicinaGenerale Condividi il Tweet

Se lasciato in dieta libera, il paziente nefropatico sviluppa malnutrizione. Questa è conseguenza dell’anoressia legata alla ritenzione di tossine uremiche e alla ritenzione di valenze acide che inducono acidosi metabolica. Questa a sua volta comporta catabolismo proteico a livello muscolare, ridotta sintesi di albumina, demineralizzazione ossea, insulino-resistenza, iperkaliemia, aumentando la velocità di progressione della nefropatia.

In aggiunta, nei pazienti con MRC 4-5° stadio l’introito inadeguato di macro e micronutrienti può ridurre l’efficacia della terapia farmacologica (farmaci antipertensivi, chelanti del fosforo) richiedendo un aumento del dosaggio.

La terapia dietetico nutrizionale contrasta le alterazioni metaboliche determinate dal progressivo decurtamento della funzione renale e permette di ridurre il rischio di malnutrizione.

La dieta prevede un’impostazione ipercalorica, ipoproteica ipofosforica, normo/iposodica e con carico acido ridotto. L’apporto di fibre dovrebbe rispettare le indicazioni valide per la popolazione generale (almeno 25 g/die).

L’obiettivo della restrizione proteica varia dal grado di insufficienza renale. E’ stato appurato che 0,6 g/kg/die corrisponde al più elevato valore di apporto proteico che ha dimostrato di avere effetti sulla progressione del danno renale. 0,3 g/kg/die è l’apporto proteico più basso, ma ancora sicuro (purché si integri con AAE e KA) che può essere utilizzato.

L’importanza del Medico di Medicina Generale

La malattia renale cronica è una patologia che ha grande impatto a livello di comorbidità e di costi sanitari.

La conoscenza del potenziale ruolo preventivo della dieta sull’insorgenza e la progressione del danno renale può aiutare il medico a dare suggerimenti importanti ai pazienti in termini di modifica dell’alimentazione.

Il ruolo preventivo della dieta sull’insorgenza e la progressione del danno renale può aiutare il medico a dare suggerimenti importanti ai pazienti in termini di modifica dell’alimentazione. #ECM #FAD #MediciMedicinaGenerale Condividi il Tweet

Nei primi stadi di insufficienza renale cronica il medico dovrebbe indagare le abitudini dietetiche del paziente, orientandolo verso l’adozione di una dieta globalmente sana, basata sull’assunzione di cibi vegetali, grassi vegetali (olio di oliva), latticini magri, pesce azzurro.

La terapia dietetica nutrizionale della malattia renale cronica in fase più avanzata rappresenta un’importante e consolidato componente del trattamento conservativo dei pazienti nefropatici.

Poiché l’aderenza alla terapia è una componente fondamentale per la sua efficacia, è importante adattare le diverse opzioni di dieta ipoproteica allo stile di vita del paziente.

Il ridotto apporto di proteine, fosforo, sodio e acidi fissi e l’aumentato apporto di calorie, sono i cardini principali che accomunano la terapia dietetica nutrizionale nel paziente nefropatico.

La diffusione di tali conoscenze in ambito nefrologico ed extra-nefrologico potrà certamente aiutare a migliorare la comunicazione con il paziente e migliorare la gestione di tale patologia.


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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Doctorline della Dr.ssa Diana Zarantonello: “Terapia dietetico nutrizionale del paziente affetto da malattia renale cronica”

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